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Valle 3.0 srl

Via Cesare Fracassini 18
00196 Roma
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Centro direzionale della Regione Sicilia

Centro direzionale della Regione Sicilia

Il processo progettuale, inteso come processo di conoscenza, si è fatto carico di perseguire, sotto la specie della disciplina architettonica, i valori della Sicilia.

Si è avviato il processo progettuale chiamando a raccolta competenze, le più diverse, tutte legittimate dalla interdisciplinarietà propria dell’architettura e della sua permeabilità ad una serie molteplice di sensibilità e conoscenze tecniche, operando dall’inizio con il metodo del brain storming, in cui funzionalità e statica, aspetti impiantistici e salvaguardia dei valori ambientali, specificità del sito e relazioni paesistiche ad ampia scala, ed altri aspetti ancora, reclamano per sé una supremazia comprensibile e tuttavia difficilmente riconducibile a sintesi complessa ma efficace.

Il centro direzionale che qui di seguito si propone ha dunque non soltanto una valenza amministrativa e funzionale, ma è prima di tutto un simbolo: dovrà essere il primo grande edificio pubblico costruito nella Sicilia Regione autonoma, rilanciare una vasta area di Palermo, che a partire da via Ugo La Malfa e dall’area attualmente occupata dagli edifici destinati all’Assessorato Regionale dell’Ambiente, è stata soggetta ad una urbanizzazione senza qualità e senza cura degli spazi e dei servizi pubblici. Il nuovo Centro Direzionale, destinato a riunire in un unico complesso gli uffici degli assessorati regionali e quelli dei dipartimenti; gli uffici periferici e gli uffici speciali oltre ai dipartimenti della Presidenza della Regione, avrà dunque una importante valenza rappresentativa delle Istituzioni oltre a fornire il vantaggio della concentrazione di più servizi al cittadino in un’area relativamente limitata e circoscritta. Segnale visibile ad ampio raggio delle istituzioni che rappresenta, simbolo di innovazione pur nella continuità della tradizione, sensibile alle più avanzate soluzioni tecnologiche, in termini di ambiente, efficienza energetica, comfort abitativo e qualità architettonica complessiva, il progetto che qui si propone per il nuovo Centro Direzionale ha l’ambizione di diventare il volano di rigenerazione di una intera parte di città, alla pari delle più avanzate esperienze italiane ed europee.

Nella proposta qui descritta si evidenziano i seguenti punti caratterizzanti:

Presa d’atto della dimensione dell’area assegnata, in parte ridotta rispetto ad altri casi analoghi di grandi edifici amministrativi;

Riconoscimento delle uniche vie di accesso carrabili/pedonali dall’esterno dell’area;

Caratteristiche d’uso dell’asse attrezzato industriale/commerciale della via Ugo La Malfa e sua ridotta vocazione pedonale;

Valenze paesaggistiche estese su di un bacino percettivo di grande valore ed ampiezza geografica;

Volontà di rispettare le richieste di funzioni e spazi;

Individuazione, nella tipologia a torre, della forma più efficace per rendere una sintesi tra i vincoli e le sollecitazioni espressi dal tema e dal sito, anche in ragione dei valori simbolici connessi con questa conformazione;

In questa morfologia semplice e chiara si è ritenuto possano condensarsi le risposte alle molteplici sollecitazioni tecniche e formali, alle aspettative simboliche ed ai riferimenti materiali, selezionati come temi e sottotemi da indagare e riproporre.

Idea / Concept
“L’architettura pura è un cristallo”, scriveva Giò Ponti, ed il concept del progetto qui proposto è un monolite di cristallo, di oltre duecento metri di altezza, su forma parzialmente chiusa e regolare. In pianta è un triangolo che suggerisce la forma della Sicilia di cui diventa il simbolo; in alzato è un grattacielo che “a filo di facciata riflette il cielo” smaterializzandosi nei piani alti. La torre si impianta su di un suolo che, per contrappasso, simula la forma tettonica di grandi placche organiche, creando percorsi scavati e zone d’ombra. Un frammento di paesaggio mediterraneo viene qui riproposto nelle piantumazioni, nelle essenze scelte, nella presenza dell’acqua, nei colori e nei profumi tanto familiari ai siciliani e tanto simili ai loro giardini. La volontà di chiamare a raccolta “materiali progettuali” eterogenei tra loro, si è concretizzata in un unico complesso dialogante: da una parte l’architettura densa e conclusa della torre, potente e nuovo segno verticale nello skyline della città, dall’altro il suo radicamento al suolo che si estende ai piani interrati per gran parte del lotto.

La mediazione tra immanenza e trascendenza, implicita nel riferimento formale-simbolico, avviene nei livelli da -1 a 0 ove trovano posto le funzioni di servizio non specificamente rivolte alla vita degli uffici, quanto orientate alla condivisione comunitaria con il contesto urbano e produttivo.

A livello del piano urbano si privilegiano lo spazio pubblico ed i servizi offerti ai cittadini.

Alla base della torre, uno spazio vuoto realizza, al primo livello interrato, una vasta piazza, raggiungibile da tre diverse direzioni con larghi piani inclinati. La piazza inoltre costituisce il livello di accesso alla molteplicità di servizi suggeriti dal bando e si configura con un profilo organico contrapposto al grande triangolo che lo sormonta, ombreggiandolo e fornendo riparo. Il primo livello costituisce uno spazio di relazione tra la sottostante piazza pedonale e i piani in elevazione, tutti a destinazione operativa per uffici

Il valore architettonico dell’intero complesso deriva dalla capacità di armonizzare tutte le componenti, da quelle tecniche a quelle strutturali, materiche, tecnologiche, funzionali, distributive, spaziali ecc. La qualità deriverà dalla integrazione di tutti gli elementi in gioco, al fine di creare un pezzo di città ad alto potenziale attrattivo e ad altissimo comfort lavorativo per i numerosi addetti che frequenteranno quotidianamente gli spazi della torre.

Altro elemento caratterizzante il concept della proposta progettuale è la sequenza di ‘serre’ sovrapposte sul lato sud della torre: arretrando terrazze e ballatoi secondo un andamento curvilineo verso l’interno, si determina uno svuotamento parziale ed una sovrapposizione libera dei piani. Questa soluzione, nata da una esigenza di mitigazione climatica e dalla consapevolezza che edifici di tal genere devono essere architetture ‘attive’ in termini di efficienza energetica e sostenibilità ambientale, diventa altresì un potente dispositivo formale: rompe la prevedibilità del cristallo compatto e determina visivamente uno scavo ombreggiato e verde a varie ondulazioni, stemperato dalla trama sottile della facciata che ricostituisce sul perimetro, la figura del triangolo.

Inoltre, le serre verticali, per ricchezza cromatica e scelta di essenze, sembrano raccordarsi al suolo e portare anche in altezza, negli spazi degli uffici dal carattere globale, elementi di identità locale

Approccio metodologico
Il progetto, di un edificio così alto, richiede di coniugare struttura, forma e funzioni. La sinergia che si è creata con gli specialisti delle strutture, degli impianti, degli aspetti tecnologici fin dalle prime elaborazioni, ha portato complessità e coerenza alla forma finale ed ha costituito da subito un banco di prova per le verifiche successive. L’approccio metodologico è stato dunque determinato dalla straordinarietà della tipologia prescelta e dalla volontà di coinvolgere una pluralità di competenze ed esperienze. A seguito di un attento lavoro di analisi relativo ai vincoli di tipo geometrico, altimetrico, orografico e prestazionale espressi dal sito, (secondo quanto evidenziato nel Bando di Gara), si è approdati, per successive considerazioni, alla scelta tipologica dell’edificio a torre che meglio di ogni altra ipotesi riduce al minimo la occupazione di suolo, addensando nella forma compatta del prisma gran parte delle funzioni e restituendo alla città una vasta area a uso pubblico.

Questa scelta ha di fatto costituito l’atto fondativo della scelta architettonica ed ha richiesto una immediata verifica di tutti gli altri aspetti che concorrono, in estrema sintesi, alla definizione della forma finale. Una metodologia che mette al riparo sia da formalismi gratuiti che da autoreferenzialità degli aspetti specialistici. L’approccio metodologico in definitiva ha avuto come obiettivo quello di armonizzare tutte le componenti e di accordarle in modo organico con gli strumenti del progetto di architettura.

Infine l’approccio metodologico perseguito ha tenuto fermi gli obiettivi già espressi dal bando: ovvero di creare una centralità territoriale di alto valore iconico, architettonico ed urbano; di porre attenzione a soluzioni innovative dal punto di vista tecnologico, ambientale ed impiantistico; di garantire comfort degli spazi di lavoro e servizi pubblici per la collettività; di portare valore aggiunto ad un paesaggio urbano dequalificato, ed infine di rigenerare l’intero quadrante di questa parte di Palermo diventandone una polarità di eccellenza.

Progetto e contesto
I caratteri del contesto urbano di questa parte di Palermo hanno certo influito sul concept insediativo già descritto, ma possiamo anche affermare in questo caso che il progetto qui proposto nel suo complesso, ambisce a farsi contesto esso stesso ed a orientare il futuro di questa parte di città, rigenerandola. Infatti, in questo caso il contesto immediato è costituito da un’area industriale in continua trasformazione verso usi legati alla logistica ed al commercio. Questa condizione, diffusa nelle città italiane a carattere metropolitano si verifica anche a Palermo dove la situazione si complica a causa di uno sprawl di villette residenziali, costruite in pseudo lottizzazioni negli interstizi fra le fabbriche dismesse.

La scelta progettuale adottata, nel nostro caso, non può quindi che mettersi in rapporto, strutturale e paesistico, con le aree circostanti ad ampio raggio, innescando un rapporto fecondo con il bacino percettivo che si estende per chilometri, inglobando al suo interno una varietà di condizioni ambientali, urbanistiche, orografiche, paesaggistiche che praticamente corrispondono all’intera città; dall’arco dei monti che la conterminano fino ai tre golfi (di Sferracavallo, di Mondello, e di Palermo) che la caratterizzano sul versante del waterfront.

In questo senso il complesso qui proposto si confronta con altri landmarks della città, con le sue stratificazioni storiche, con le architetture di epoche differenti e con le trasformazioni urbane avvenute nel tempo quali l’area del Palazzo Reale, la Torre Pisana e il campanile della Cattedrale; il “castello” Utveggio (pasticcio stilistico dei primi novecento che svetta su di uno sperone pensile sulla città); le cupole delle chiese del centro storico, ogive controriformiste che segnano la dominanza della istituzione religiosa come unica fonte del welfare, il cosiddetto grattacielo INA e pochi altri.

Il Nuovo Centro Direzionale dovrà essere un Polo territoriale, per la natura delle funzioni e dei servizi di cui dispone e per il grado di attrattività che saprà attivare. La visibilità del monolite di cristallo, la concentrazione di funzioni e di servizi accessibili ai cittadini, oltre al flusso costante dei quattromila dipendenti previsti, sarà in grado di mettere in moto anche il contesto di prossimità, tirandone fuori le potenzialità inespresse.

A questa forte presenza comunicativa nello skyline della città, si è pensato dovesse corrispondere una necessaria semplificazione stilistica del manufatto, al fine di renderlo percepibile a grande distanza senza necessità di attivare improbabili confronti con cose esistenti, ma con l’intento di rappresentare un unicum che possa assurgere a valore di nuovo inizio per possibili futuri esiti della contemporaneità.

Inserimento urbano
L’area del nuovo Centro Direzionale ricade in un settore della città ritenuto strategico per il futuro sviluppo metropolitano di Palermo. La destinazione a Polo Territoriale già sancita con l’approvazione dello Schema di Massima della Variante Generale al PRG Palermo 2025, ed il futuro Centro Direzionale sono programmi attualmente sostenuti anche dall’amministrazione comunale, che si appresta a promuovere e sostenere la necessità di un potenziamento infrastrutturale. La accessibilità già garantita in parte dal trasporto pubblico su ferro (metropolitana e ferrovia) è un requisito necessario per garantire alla futura struttura urbana le qualità attese di polarità, centralità e attrattività.

Attualmente il tessuto urbano a breve raggio dal sito dell’edificio consiste in una strada, un giorno pensata come circonvallazione, ai margini della quale si sono addensati nel tempo, gli ultimi 40 anni circa, capannoni e villette, come si è già detto.

Ne risulta una realtà del tutto priva di elementi emergenti, sia come altezza che come rango; si tratta di un paesaggio suburbano generico, privo di qualità, senza elementi identificativi che non siano grandi insegne pubblicitarie lungo le strade di scorrimento.

L’area prescelta però costituisce il punto estremo di questa condizione urbana: la maggiore distanza dal consolidato storico e della città borghese e la sua prossimità alle falde dei monti Cuccio e altri vicini fanno sì che vi si avverta una qualche ridotta naturalità residuale.

Diverso invece sarebbe il discorso attinente alla distanza dal cuore pulsante del consolidato urbano, questo, per la presenza della linea ferroviaria con carattere di metropolitana, munita di stazione in adiacenza al confine a nord dell’area e alla parallela sede del collettore infrastrutturale, costituito dalla autostrada Palermo – Trapani, rendono l’area accessibile con tempi indipendenti dalla distanza chilometrica, collegandola validamente con il centro cittadino. Le trame geometriche del contesto sono particolarmente assenti, così come altri elementi naturali o artificiali che possano fornire elementi di riferimento, target cui orientare, per coerenza o per differenza, le trame del nuovo edificio. Per l’eccezionalità delle dimensioni del manufatto di cui alla presente relazione quindi, si immagina che esso stesso costituisca nel contesto urbano un landmark peculiare non influenzato da quello esistente, debole e informe.

Appare quindi legittimo sostenere che il sito progettuale, una volta statuito da responsabilità politiche e quindi non disciplinari sia depotenziato rispetto alla responsabilità di informare un contesto urbano quasi definitivamente configurato. Da qui deriva il principio insediativo che riconosce all’edificio a torre una valenza, forse unica, che attiva una nuova relazione con quanto consegnatoci dalla storia e dalla attualità.

Il fotomontaggio che si illustra di seguito testimonia il destino delle scelte operate in relazione all’inserimento urbano del Centro Direzionale. Esso, grazie alla sua dominanza altimetrica, attiva relazioni con un contesto a scala geografica nel quale le sedi istituzionali della città sembrano voler tra loro dialogare.

Management center of the Sicily Region

The design process, understood as a process of knowledge, has undertaken the pursuit, within the architectural discipline, of the values of Sicily.

The design process was initiated by gathering diverse competencies, all legitimized by the interdisciplinary nature of architecture and its permeability to a multitude of sensitivities and technical knowledge. From the outset, this process operated with the method of brainstorming, where functionality and statics, system aspects and environmental value preservation, site specificity and large-scale landscape relationships, and other aspects claim for themselves a comprehensible supremacy yet difficult to synthesize into a complex but effective whole.

The proposed administrative center, therefore, has not only an administrative and functional value but is first and foremost a symbol: it must be the first major public building constructed in the Autonomous Region of Sicily, revitalizing a vast area of Palermo. This area, starting from Via Ugo La Malfa and the area currently occupied by the Regional Department of Environment buildings, has been subject to urbanization without quality and care for public spaces and services. The new Administrative Center, intended to gather the offices of the regional departments and those of the departments, peripheral offices, and special offices, in addition to the departments of the Regional Presidency, will thus have an important representative value of the Institutions, providing the advantage of concentrating multiple services for the citizens in a relatively limited and circumscribed area. A visible signal of the institutions it represents, a symbol of innovation while maintaining the continuity of tradition, sensitive to the most advanced technological solutions in terms of environment, energy efficiency, living comfort, and overall architectural quality, the proposed project for the new Administrative Center aspires to become the driving force for the regeneration of an entire part of the city, on par with the most advanced Italian and European experiences.

The following key points characterize the proposal described here:

Acknowledgment of the dimension of the assigned area, which is smaller compared to other similar cases of large administrative buildings;
Recognition of the only vehicular/pedestrian access routes from outside the area;
Usage characteristics of the industrial/commercial axis of Via Ugo La Malfa and its reduced pedestrian vocation;
Extended landscape values over a perceptual basin of great value and geographic breadth;
Willingness to respect the requests for functions and spaces;
Identification of the tower type as the most effective form to synthesize the constraints and demands expressed by the theme and the site, also due to the symbolic values associated with this conformation;
In this simple and clear morphology, it was considered that the responses to the multiple technical and formal demands, symbolic expectations, and material references selected as themes and sub-themes to be investigated and proposed could be condensed.

Idea / Concept
“Pure architecture is a crystal,” wrote Giò Ponti, and the concept of the proposed project is a crystal monolith, over two hundred meters high, with a partially closed and regular form. In plan, it is a triangle suggesting the shape of Sicily, of which it becomes the symbol; in elevation, it is a skyscraper that “reflects the sky” with its facade, dematerializing in the upper floors. The tower is planted on a ground that, by counterpoint, simulates the tectonic form of large organic plates, creating carved paths and shaded areas. A fragment of the Mediterranean landscape is recreated here in the plantings, the chosen essences, the presence of water, and the colors and scents familiar to Sicilians, similar to their gardens. The desire to gather heterogeneous “design materials” has materialized in a single complex that communicates: on one hand, the dense and concluded architecture of the tower, a powerful new vertical sign in the city’s skyline, and on the other, its anchoring to the ground that extends to the underground floors for much of the lot.

The mediation between immanence and transcendence, implicit in the formal-symbolic reference, occurs on levels -1 to 0, where service functions not specifically oriented to office life, but rather to community sharing with the urban and productive context, are located.

At the urban level, priority is given to public space and services offered to citizens.

At the base of the tower, a void space realizes, at the first underground level, a vast plaza accessible from three different directions with wide inclined planes. The plaza also constitutes the access level to the multitude of services suggested by the call for tenders, configured with an organic profile opposed to the large triangle above, providing shade and shelter. The first level is a space of connection between the underlying pedestrian plaza and the upper floors, all intended for office use.

The architectural value of the entire complex derives from its ability to harmonize all components, from technical to structural, material, technological, functional, distributive, and spatial aspects. The quality will result from the integration of all elements to create a piece of the city with high attractiveness potential and high working comfort for the numerous employees who will frequent the tower’s spaces daily.

Another characteristic element of the project concept is the sequence of overlapping “greenhouses” on the south side of the tower: by recessing terraces and balconies in a curvilinear manner inward, a partial hollowing and free overlapping of floors are created. This solution, born from the need for climate mitigation and the awareness that buildings of this kind must be “active” architectures in terms of energy efficiency and environmental sustainability, also becomes a powerful formal device: it breaks the predictability of the compact crystal and visually creates a shaded and green hollow with various undulations, softened by the thin texture of the facade that reconstitutes the triangle’s figure along the perimeter.

Furthermore, the vertical greenhouses, with their chromatic richness and choice of essences, seem to connect to the ground and bring local identity elements to the heights in the globally-characterized office spaces.

Methodological Approach
The project of such a tall building requires combining structure, form, and functions. The synergy created with specialists in structures, systems, and technological aspects from the earliest stages brought complexity and coherence to the final form and constituted an immediate test for subsequent verifications. The methodological approach was determined by the extraordinary nature of the chosen type and the desire to involve a plurality of skills and experiences. After careful analysis of the geometric, altimetric, orographic, and performance constraints expressed by the site (as highlighted in the Call for Tenders), successive considerations led to the choice of the tower-type building, which better than any other hypothesis minimizes land occupation, concentrating most functions in the compact prism form and returning a vast area for public use to the city.

This choice effectively constituted the founding act of the architectural choice and required immediate verification of all other aspects that contribute, in extreme synthesis, to the definition of the final form. A methodology that protects against gratuitous formalism and self-referentiality of specialist aspects. Ultimately, the methodological approach aimed to harmonize all components and integrate them organically with the tools of architectural design.

Finally, the pursued methodological approach kept the objectives already expressed in the call for tenders: to create a territorial centrality of high iconic, architectural, and urban value; to pay attention to innovative solutions from a technological, environmental, and plant engineering perspective; to guarantee the comfort of workspaces and public services for the community; to add value to a degraded urban landscape; and finally, to regenerate the entire quadrant of this part of Palermo, becoming its center of excellence.

Project and Context
The urban context of this part of Palermo has certainly influenced the described settlement concept, but we can also assert that in this case, the proposed project as a whole aims to become a context itself and orient the future of this part of the city, regenerating it. Indeed, in this case, the immediate context consists of an industrial area continuously transforming towards uses related to logistics and commerce. This condition, widespread in Italian metropolitan cities, also occurs in Palermo, where the situation is complicated by residential sprawl of villas built in pseudo-subdivisions in the interstices between abandoned factories.

The adopted design choice, in our case, can only relate structurally and landscape-wise with the surrounding areas on a broad scale, triggering a fruitful relationship with the perceptual basin extending for kilometers, encompassing a variety of environmental, urban, orographic, and landscape conditions that practically correspond to the entire city; from the arc of mountains surrounding it to the three gulfs (of Sferracavallo, Mondello, and Palermo) characterizing it on the waterfront side.

In this sense, the proposed complex confronts other city landmarks, its historical stratifications, architectures from different eras, and urban transformations over time, such as the Royal Palace area, the Pisana Tower, and the Cathedral bell tower; the Utveggio Castle (a stylistic mishmash from the early twentieth century towering over a promontory above the city); the domes of the historic center’s churches, counter-reformist ogives marking the dominance of the religious institution as the sole source of welfare, the so-called INA skyscraper, and a few others.

The New Administrative Center must be a Territorial Hub, for the nature of its functions and services and the degree of attractiveness it can activate. The visibility of the crystal monolith, the concentration of functions and services accessible to citizens, in addition to the constant flow of the expected four thousand employees, will be able to mobilize the surrounding context, bringing out its unexpressed potential.

This strong communicative presence in the city’s skyline is thought to correspond to a necessary stylistic simplification of the structure, to make it perceivable from a great distance without the need to activate improbable comparisons with existing things, but with the intent to represent a unicum that can become a value of new beginning for possible future outcomes of contemporaneity.

Urban Integration

The area for the new Administrative Center falls within a sector of the city considered strategic for Palermo’s future metropolitan development. The designation as a Territorial Hub, already established with the approval of the Master Plan Outline of the General Variation to the PRG Palermo 2025, and the future Administrative Center are currently supported by the municipal administration, which is poised to promote and endorse the need for infrastructural enhancement. Accessibility, already partly guaranteed by public rail transport (subway and railway), is a necessary requirement to ensure the future urban structure’s qualities of centrality, attraction, and polarity.

Currently, the urban fabric within a short range of the building site consists of a road, initially conceived as a ring road, along the edges of which warehouses and villas have clustered over the past 40 years or so, as previously mentioned.

This results in an environment completely devoid of prominent elements, either in height or rank; it is a generic suburban landscape, lacking quality and identifiable features other than large advertising signs along the thoroughfares.

However, the chosen area represents the extreme point of this urban condition: its significant distance from the historic core and the bourgeois city and its proximity to the foothills of Mount Cuccio and other nearby mountains create a sense of residual naturalness.

A different discussion pertains to the distance from the vibrant core of the consolidated urban area, as the presence of the railway line with metro characteristics, equipped with a station adjacent to the northern boundary of the area, and the parallel infrastructure corridor constituted by the Palermo-Trapani highway make the area accessible with travel times independent of the distance in kilometers, effectively connecting it with the city center. The geometric patterns of the context are notably absent, as are other natural or artificial elements that could provide reference points, guiding the new building’s patterns either in coherence or contrast. Given the exceptional size of the structure discussed in this report, it is envisioned to become a unique landmark within the urban context, uninfluenced by the existing weak and shapeless environment.

It is thus legitimate to assert that the project site, once established by political responsibilities and therefore not disciplinary ones, is diminished in its responsibility to inform an almost definitively configured urban context. From this arises the foundational principle that recognizes the tower building’s unique value, which establishes a new relationship with what history and the present have handed down to us.

The photomontage illustrated below testifies to the outcomes of the choices made regarding the urban integration of the Administrative Center. Thanks to its height dominance, it establishes relationships with a geographic-scale context in which the city’s institutional sites appear to want to interact with each other.

Luogo

Palermo, Italia

Committente

Regione Sicilia

Importo

360.000.000 €

Superficie

150.000 mq

Periodo di intervento

2021